Il tadelakt è un’antica tecnica nata in Marocco (nella regione di Marrakech) per le finiture di pareti, pavimenti, oggetti d’arredamento e vasche per il contenimento dell’acqua. Per il suo aspetto così vibrante, profondo e compatto conquista qualsiasi persona che ne venga a contatto. I colori ottenibili sono innumerevoli ma è soprattutto nelle tonalità forti che se ne apprezzano appieno le sue caratteristiche peculiari.

IL MATERIALE
Dopo la cottura in forni artigianali a cielo aperto, le rocce di carbonato di calcio subiscono una trasformazione chimica, in pratica perdono anidride carbonica diventando “ossido di calcio”. In seguito le rocce vengono trattate con acqua sempre in modo empirico ma “col saper fare artigianale”. Si ottiene così un idrossido di calcio o “calce aerea” che, per la presenza di una piccola parte di argilla nelle rocce ha anche una leggera presa idraulica. Dopo una setacciatura grossolana, la materia prima è pronta per l’uso. Solo la calce di Marrakech può generare il tadelakt.

APPLICAZIONE
L’applicazione della calce di Marrakech avviene tramite stesura di un unico strato dello spessore che può variare dai 4 ai 7 mm. Dopo una prima lisciatura con frattazzo in legno, si procede con la ferratura tramite cazzuola in acciaio non inox o similari. A questo punto della lavorazione, si procede alla pressatura per mezzo di pietre quarzifere levigate o pietre d’agata. Questa operazione è molto importante perché permette di chiudere tutti i piccoli fori presenti ed allo stesso tempo “compatta” lo strato di calce in modo da evitare la formazione di crepe da ritiro. La lavorazione con le pietre è anche il tocco in più che rende l’aspetto finale così profondo.
Il giorno successivo si passa alla saponatura tramite sapone nero vegetale diluito, facendolo penetrare sempre con l’aiuto della pietra. A carbonatazione avvenuta, dai 15 ai 20 giorni a seconda dei tempi d’asciugatura, si procederà alla ceratura tramite cera d’api in soluzione con solvente d’agrumi.